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Cresce il numero degli studenti che rifiutano l’ora di religione

Sempre più studenti scelgono di rifiutare l'ora di religione nelle scuole italiane: i dati in aumento

by Veronica Aceti
studenti Religione a scuola

Un milione e 164mila studenti esonerati, la cifra cresce anno dopo anno

Il numero degli studenti che scelgono di non partecipare all’ora di religione nelle scuole statali italiane continua a salire. Oggi, un giovane su sei decide di optare per attività alternative durante la lezione di religione. I dati più recenti mostrano un totale di 1.164.000 studenti esonerati, con un aumento di 68.000 rispetto all’anno scolastico precedente. Questo incremento porta la percentuale di esonerati dal 15,5% del 2022-2023 al 16,6% nel 2023-2024.

Le città italiane più coinvolte: Firenze e Bologna in testa

Il fenomeno appare particolarmente diffuso in alcune città italiane, con Firenze a fare da capofila. Qui, più della metà degli studenti (51,5%) ha scelto di non seguire l’ora di religione. Anche altre città come Bologna (47,3%), Aosta (43,6%), Biella (40,6%), Mantova (40,5%), Brescia (38,6%), Trieste (37,9%) e Torino (37,7%) registrano percentuali elevate di esoneri.

Questo trend testimonia una crescente distanza da una materia che, pur essendo prevista dalla legge, non sembra più essere considerata prioritaria per una parte rilevante della popolazione studentesca. L’Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti (Uaar) ha evidenziato questi dati, chiedendo al Ministero dell’Istruzione e del Merito un aggiornamento sulle scelte degli studenti riguardo alla materia.

Le scuole che si distinguono: l’Olivetti di Ivrea e il Sassetti-Peruzzi di Firenze

Religione a scuola

Religione a scuola PH FP

Tra gli istituti scolastici, alcuni si distinguono per le percentuali di esonerati. Il record va all’Olivetti di Ivrea, dove ben il 90,7% degli studenti del professionale e l’87,9% di quelli del tecnico hanno rinunciato a frequentare l’ora di religione. Seguono l’istituto Sassetti-Peruzzi di Firenze, con l’86,8% di esonerati, la primaria Nazario Sauro di Monfalcone con l’86,45% e l’istituto professionale Carrara di Novellara con l’86,29%. Per quanto riguarda i licei, il Leon Battista Alberti di Firenze è in testa con l’84,65% di studenti che non frequentano la lezione di religione.

Le scuole medie e primarie non sono da meno, con la Rodari di Torre Pellice (83,7%) tra le scuole medie e la San Giacomo di Brescia (83,58%) tra le scuole dell’infanzia a registrare le percentuali più alte.

Una ripartizione per tipologia di scuola: i professionali dominano la classifica

Nel panorama nazionale, i dati mostrano che gli istituti professionali si confermano come quelli con la percentuale più alta di esonerati, raggiungendo il 27,83%. A seguire, gli istituti tecnici con il 25,31% e infine i licei con una percentuale inferiore, pari al 18,48%. Le scuole primarie, medie e dell’infanzia hanno percentuali che vanno dal 12,4% al 15,77%, ancora abbastanza contenute, ma in netto aumento rispetto agli anni precedenti.

Questo cambiamento, che si riflette anche nelle preferenze di frequenza degli studenti, mostra un trend sempre più marcato di rifiuto della religione come materia scolastica. Un fenomeno che potrebbe avere implicazioni più ampie riguardo al rapporto tra giovani e religione in Italia.

Un cambiamento culturale: da obbligo a scelta consapevole

Un tempo, l’ora di religione rappresentava un momento quasi sacro, un rito condiviso che segnava l’inizio e la fine di ogni giornata scolastica. Oggi, quel rito ha perso il suo potere di aggregazione e il suo significato per una parte crescente degli studenti. Mentre una volta l’ora di religione era considerata una parte essenziale del curriculum, ora si fa spazio a una generazione che preferisce prendere le proprie decisioni in autonomia, scegliendo di non aderire a una tradizione che non sente più sua.

A cura di Veronica Aceti

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