Una crisi umanitaria che non accenna a fermarsi
Il 28 marzo 2025, Azione Contro la Fame ha pubblicato un rapporto che racconta in dettaglio una delle più devastanti tragedie umanitarie del nostro tempo: quella dello Yemen. Dopo oltre un decennio di violenze, il paese resta intrappolato in una spirale inarrestabile di povertà, scarso accesso alle risorse e profonda instabilità. Nonostante il rallentamento dei combattimenti, l’inflazione galoppante e l’economia in frantumi continuano a spingere milioni di persone fuori da ogni diritto essenziale: cibo, acqua sicura, cure mediche.
Numeri che raccontano un disastro epocale
Oltre il 55% dei bambini sotto i cinque anni mostra segni di malnutrizione cronica, mentre 2,5 milioni di donne incinte e in fase di allattamento necessitano di cure per malnutrizione acuta. Il sistema sanitario, ormai ridotto allo stremo, non riesce a contenere epidemie di colera, morbillo e difterite, per la mancanza di vaccini e strutture operative.
Nel 2025, 19,5 milioni di persone hanno bisogno di aiuti umanitari urgenti, e l’82% vive in povertà multidimensionale. Il valore della moneta nazionale è crollato, mentre il costo di carburante, generi alimentari e beni primari è salito alle stelle, mettendo ogni famiglia a rischio.
Il cambiamento climatico peggiora ulteriormente lo scenario: lo Yemen figura tra i tre paesi più colpiti dalla crisi climatica globale, ed è estremamente esposto alla carenza d’acqua. Le inondazioni del 2024 hanno distrutto infrastrutture vitali, rendendo ancora più difficile ogni forma di sopravvivenza.
La forza di una madre: la testimonianza di Fatma

Yemen PH FP
Tra gli oltre cinque milioni di sfollati interni, c’è la storia di Fatma, madre di cinque figli e originaria della regione di Hodeidah. “Quando ho visto le macerie della nostra casa, ho avuto paura. Ho preso i miei figli e siamo fuggiti”, racconta Fatma, che con il marito, la madre e i bambini ha camminato per chilometri fino a un campo profughi ad Al-Musaimeer, nel governatorato di Abyan.
Prima dell’incidente che ha lasciato il marito con una disabilità permanente, la famiglia si sosteneva con il suo lavoro. Dopo, ha dovuto contare sull’aiuto saltuario dei parenti, ma spesso ha passato notti intere senza poter sfamare i figli.
“Un giorno, mio figlio Ali era così debole che ho pensato di perderlo”, continua Fatma. “Era nato sano, ma a dieci mesi i medici di Azione Contro la Fame hanno diagnosticato una forma grave di malnutrizione acuta. Gli operatori della clinica mobile ci hanno accolto, fornito un alimento terapeutico speciale e monitorato la sua ripresa. Dopo nove giorni durissimi, ho visto Ali tornare a sorridere”.
Azione Contro la Fame ha coperto le spese per i controlli medici e fornito kit igienici, oltre a un percorso educativo sulla prevenzione della malnutrizione. “Oggi, Ali è tornato in salute”, dice Fatma con fierezza.
Azione Contro la Fame: un impegno che non si ferma
Da quando opera in Yemen, Azione Contro la Fame ha raggiunto oltre 400.000 persone con cure nutrizionali, accesso a acqua potabile sicura, assistenza sanitaria e supporto psicologico per affrontare i traumi del conflitto. I suoi team intervengono in ogni angolo del paese, anche dove l’accesso risulta più complesso.
L’organizzazione ha rafforzato i servizi sanitari e si concentra sulla cura della malnutrizione acuta grave tra bambini e donne vulnerabili. Ha ricostruito ospedali e ambulatori, creato sorgenti comunitarie d’acqua e distribuito migliaia di kit igienici. Solo nel 2023, i suoi programmi hanno raggiunto 148.000 persone.
Ma il 2025 continua a presentare sfide enormi: pochi finanziamenti, difficoltà di accesso, rischi crescenti per i civili. Azione Contro la Fame chiede con urgenza alla comunità internazionale di aumentare gli stanziamenti umanitari e garantire una distribuzione equa degli aiuti tra tutte le aree, per non abbandonare nessuno.
A cura di Veronica Aceti
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