Erdogan sotto accusa: oppositori ridotti al silenzio su X
Il dissenso in Turchia subisce un nuovo, duro colpo. Elon Musk, a capo della piattaforma X (ex Twitter), ha oscurato diversi account critici verso il presidente Recep Tayyip Erdoğan, proprio nei giorni in cui le piazze si sono riempite di proteste. Non si tratta di un bug o di un errore tecnico: l’azione appare mirata, chirurgica, e coincide con le contestazioni esplose dopo le ultime decisioni autoritarie del governo turco.
Gli account censurati fanno parte dell’opposizione democratica
Tra i profili colpiti figurano giornalisti indipendenti, attivisti per i diritti umani e membri dell’opposizione politica. X non ha fornito spiegazioni esaustive, limitandosi a parlare di “adeguamento alle leggi locali”. Ma la realtà racconta un’altra storia: il potere, ancora una volta, ha piegato la tecnologia ai propri interessi. Nessun preavviso, nessuna possibilità di appello. I post spariti, i profili oscurati, le voci messe a tacere. Il nuovo silenzio digitale arriva come un’eco sinistra, mentre nelle strade la rabbia si fa carne e grida.
Musk si piega al potere: una scelta che fa discutere

elon musk ph wp
Elon Musk, spesso paladino della “libertà di parola” in Occidente, si comporta in modo diametralmente opposto quando la libertà costa troppo. Già in passato aveva acconsentito a richieste governative simili in India e Russia, ma la questione turca segna un nuovo punto critico. L’uomo che vuole colonizzare Marte si dimostra incapace di difendere il diritto di parola sulla Terra.
L’ipocrisia del capitalismo digitale
La censura avviene mentre X continua a promuoversi come baluardo della democrazia. In realtà, il profitto guida le decisioni, anche a costo di tradire i propri principi fondanti. Nel caso turco, si parla di una trattativa non dichiarata tra Musk e il governo, in cambio di favori economici o vantaggi normativi.
Una piattaforma che si proclama libera ma che spegne chi non applaude smette di essere neutrale. Diventa parte del problema. L’ennesima dimostrazione che quando i social si piegano agli autoritarismi, non stiamo solo parlando di tweet: stiamo parlando di libertà, di giustizia, di umanità.
E questa, oggi, in Turchia, è in pericolo.