Eclettica, anticonformista, simpaticissima. Ovviamente Amanda Lear
A 85 anni, Amanda Lear continua a raccontare la vita con la voce di chi ha visto tutto e non teme nulla. In un’intervista al settimanale F, l’artista si concede senza filtri: ironica, tagliente, nostalgica e piena di energia. “Non ho peli sulla lingua, non ne ho mai avuti. E non comincerò certo ora”, afferma con uno sguardo che buca ancora l’obiettivo.
Durante l’incontro, Amanda Lear rievoca episodi curiosi e pungenti. Uno, in particolare, coinvolge Damiano dei Måneskin. “Mi voleva per un duetto a Sanremo. Ho chiesto un compenso, si sono offesi. Io non li conoscevo neanche. Ho pensato: ma chi sono questi ragazzi tutti truccati?”. Il tono è diretto, senza giri di parole, come solo chi ha vissuto davvero sa essere.
Una vita d’arte, tra provocazioni e pittura
Amanda Lear non si limita a cantare o a posare. Dipinge, incanta, scolpisce spazi di bellezza. Fino all’8 giugno, la Galleria Spazio Guido Tommasi di Milano ospita la mostra The Eye of Amanda Lear, con cinquanta opere tra carta e tela. Colori forti, figure oniriche, un mondo interiore che esplode sulla superficie.
“La pittura è stato il mio primo amore. Ho studiato all’Accademia di Belle Arti. Mai avrei pensato che una sfilata di Paco Rabanne mi avrebbe portata fino a Salvador Dalí“, racconta. E qui si apre un altro capitolo di vita: sedici anni accanto al genio del surrealismo.

Dalí, Bowie, Casella: uomini straordinari, amori unici
Con la disarmante sincerità di chi non deve più dimostrare nulla, Amanda Lear ricorda la sua lunga relazione con Salvador Dalí. “All’inizio mi sembrava antipatico. Preferivo Pablo Picasso, Giorgio De Chirico, René Magritte. Ma poi è nata una grande storia d’amore. Con lui non ero mai d’accordo: diceva che Rembrandt era un orrore, Chagall faceva schifo, Cézanne non sapeva dipingere, Magritte era solo un artigiano belga e De Chirico ripeteva sempre le stesse cose”.
Non solo Dalí: nella sua vita sono passati uomini leggendari. David Bowie, con cui ha condiviso musica e follia. Manuel Casella, molto più giovane, ma profondamente coinvolto. E oggi? Oggi tanti uomini la contattano via Instagram, si offrono come modelli, spesso nudi. Lei sorride: “Li dipingo a memoria ormai. E ho una buona memoria, credetemi”.
Musica, memoria, ironia: una carriera che non si spegne
In autunno arriverà il 23esimo disco. In copertina, uno dei suoi dipinti. Amanda Lear lo presenta come un atto d’amore verso se stessa, un’opera piena di ritmo e ironia. Anche se si mostra spietata con il suo passato musicale: “Tomorrow è un brano brutto. L’ho scritto in cinque minuti. Ma mi ha pagato la casa”.
Non cerca approvazione, non accetta compromessi. “Non bevo, non mi drogo, non ho bisogno dello psicoanalista”, dice con una lucidità che taglia come un rasoio.
Amanda Lear oggi è ancora protagonista. Non solo per ciò che è stata, ma per quello che continua a costruire: arte, ironia, libertà.
E nel suo sguardo c’è ancora quella luce antica, fatta di segreti, di storie, di notti folli e albe senza rimpianti.
“Sono ancora qui. E non ho finito di dire la mia”.