L’infestazione del granchio blu (Callinectes sapidus) lungo le coste del Veneto continua a destare grande preoccupazione tra gli esperti ambientali e gli operatori della pesca. La Regione ha elaborato un piano completo che combina supporto finanziario immediato ai pescatori colpiti e strategie avanzate di osservazione e gestione della specie invasiva.
Minaccia all’ecosistema e danni all’economia locale
Originario delle coste atlantiche, il granchio blu si è diffuso nel Mediterraneo attraverso i trasporti marittimi. Il suo arrivo in Italia risale a pochi anni fa, ma la crescita della popolazione è stata rapida e continua. Le catture nelle lagune venete hanno raggiunto livelli record, aumentando di anno in anno e mettendo a rischio le attività tradizionali di allevamento.
Le zone umide e le lagune costiere, come la Sacca di Scardovari nel Delta del Po, subiscono gli effetti maggiori: numerosi allevatori di vongole veraci hanno sospeso le loro attività a causa dei danni provocati dalla specie. Questa situazione ha creato una crisi significativa per l’economia locale e ha reso indispensabile un intervento immediato e coordinato.
Interventi diretti e sostegno ai pescatori

granchio blu ph ig
Il Commissario Straordinario per l’emergenza, Enrico Caterino, ha avviato un programma di compensazioni finanziarie per i pescatori colpiti dal granchio blu. “Vogliamo assicurarci che ogni pescatore riceva supporto immediato per continuare le proprie attività senza ulteriori perdite,” ha dichiarato Caterino.
La Regione ha stanziato un fondo consistente per finanziare l’acquisto di attrezzature specifiche, la costruzione di barriere protettive e il rafforzamento del monitoraggio lungo le aree più critiche. L’obiettivo è fornire ai pescatori strumenti efficaci e garantire la tutela delle lagune.
Osservazione scientifica e progetti di ricerca
Per approfondire la conoscenza della diffusione del granchio blu, la Regione Veneto ha lanciato un progetto pilota coinvolgendo Veneto Agricoltura e l’Università di Padova. Il progetto include l’installazione di numerose nasse nei punti strategici delle lagune per monitorare la presenza, la riproduzione e l’impatto della specie sulle popolazioni locali.
La Regione ha inoltre avviato un piano biennale di azione che comprende diverse strategie: tutela della biodiversità, prelievo mirato del granchio blu, gestione delle biomasse non destinate al consumo, contenimento fisico dell’invasione e supporto alle attività ittiche. “Solo con un approccio scientifico e coordinato possiamo proteggere l’ambiente e la pesca locale,” ha commentato un portavoce regionale.
Opportunità e sviluppo sostenibile
Nonostante i danni, il granchio blu rappresenta anche un’opportunità economica. Una parte consistente delle catture viene destinata alla vendita, con un valore rilevante nel mercato locale e internazionale. La specie trova apprezzamento in alcune cucine estere, aprendo prospettive per nuove filiere produttive e iniziative commerciali.
La Regione promuove la creazione di una filiera sostenibile, incoraggiando l’utilizzo del granchio blu in prodotti alimentari, mangimi per acquacoltura e fertilizzanti naturali. Tuttavia, la priorità rimane il bilanciamento tra gestione della specie e tutela degli ecosistemi delle lagune venete. “La nostra missione è proteggere l’ambiente e garantire un futuro sicuro e prospero per tutti i pescatori del Veneto,” ha ribadito Caterino.
L’osservazione costante, l’aggiornamento delle strategie e la collaborazione tra istituzioni e operatori locali rappresentano la chiave per affrontare con successo questa emergenza ecologica e sostenere la pesca veneta nel lungo periodo.
A cura di Jano Parrino
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