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L’ha pugnalata e si è dileguato: caccia all’uomo

Un attacco lampo, il video choc e una fuga di undici ore: tutti i retroscena dell'aggressore senza apparente movente

by Davide Cannata
aggresssore milano

Milano non è immune all’orrore, e lo ha dimostrato in pieno giorno, nel palcoscenico scintillante di Piazza Gae Aulenti, l’epicentro della sua modernità e del suo lusso sfrenato. Erano da poco passate le nove del mattino, un orario di punta per chi si reca in ufficio tra i grattacieli di cristallo, quando il silenzio della routine è stato squarciato da un’aggressione brutale e immotivata. Una donna di 43 anni, dipendente di Finlombarda, si stava recando al lavoro con la consueta fretta, ignara di essere nel mirino di un uomo rimasto immobile sul marciapiede, pronto a colpire come un predatore nell’ombra.

L’azione è stata di una violenza agghiacciante e fulminea: una coltellata alla schiena, un fendente che le ha lesionato polmone e milza, lasciando l’arma conficcata nel fianco sinistro. Il tutto è avvenuto alle spalle, nel modo più vigliacco, e il dettaglio che ha raggelato l’opinione pubblica è il fatto che l’intera sequenza è stata catturata in un video diffuso dai Carabinieri. Immagini che sono state cruciali per le indagini, e che hanno acceso i riflettori sulla facilità con cui la violenza può irrompere in un luogo considerato blindato e sicuro.

La 43enne, seppur in condizioni gravissime e trasportata d’urgenza in codice rosso all’Ospedale Niguarda, dove è stata subito operata, è rimasta cosciente. Il suo è un calvario che tiene in sospeso la città, nonostante i medici abbiano scongiurato il pericolo di vita immediato, mantenendo però una prognosi riservata che racconta la serietà delle ferite.

L’aggressore, identificato come un 59enne di Bergamo, Vincenzo Lanni, si è dileguato subito dopo, dando il via a una caccia all’uomo durata undici ore e conclusasi in un anonimo albergo. Le indiscrezioni che circolano parlano di un soggetto già noto alle forze dell’ordine per un episodio analogo avvenuto dieci anni fa nella Bergamasca, dove accoltellò due pensionati. Era stato condannato e dichiarato parzialmente incapace di intendere e di volere, allontanato di recente da una comunità di recupero.

È proprio questo il dettaglio più inquietante: un uomo con un precedente così specifico, una pericolosità nota, era in libertà e ha potuto colpire nel cuore di Milano senza un apparente movente, in quella che sembra una recrudescenza di un pattern criminale. Cruciale per la sua cattura è stato non solo il video, ma il riconoscimento da parte della sorella gemella dell’uomo, un’identificazione che ha stretto il cerchio.

Quello che resta è il brivido di terrore in una metropoli che si credeva protetta dalle sue stesse luci e telecamere. La domanda che echeggia è: come è possibile che un pericolo così imminente si sia materializzato in una delle piazze più in vista del Paese, sollevando un velo amaro sulla sicurezza urbana e sulla gestione delle persone con trascorsi violenti e fragilità psichiche.

A cura di Dario Lessa

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