Milano, piazza San Babila. Un sabato pomeriggio come tanti, ma con un’aria differente. Non è una semplice rimpatriata, è un autentico tuffo nel passato che sa di presente, un raduno spontaneo – o forse no, i Paninari non lasciano nulla al caso – che ha riportato in strada l’estetica sfrontata e colorata degli anni Ottanta. Giubbotti Moncler e Bomber griffati, stivaletti Timberland, jeans Levi’s stretti in vita dalla cintura El Charro, un’uniforme non ufficiale che all’epoca era un manifesto: la voglia di distinguersi, di “spaccare” e godersi la vita.
Il ritorno dei “galli” e delle “squinzie”
I veterani del movimento, quelli che trent’anni fa erano i “galli” e le “squinzie” che popolavano il Burghy (oggi sostituito da altri templi del fast food), si sono dati appuntamento nella loro piazza, il luogo dove tutto è nato e dove lo stile era più importante di qualunque ideologia. E se all’epoca si trattava di marcare la differenza con i “dark” o con gli “alternativi”, oggi si tratta di celebrare un’appartenenza che il tempo non ha scalfito.
“Gli anni Ottanta non sono solo una moda, sono uno stile di vita”, sussurra uno dei presenti, il cui piumino fucsia farebbe invidia a un fenicottero. “Volevamo distinguerci, non essere la massa. E lo facciamo ancora.”
Di padre in figlio: lo stile si tramanda
La vera sorpresa, però, non sono i piumini lucidi. Sono i figli. Tanti ex paninari hanno portato con sé la prole, ragazzi e ragazze che, magari ignari del mito delle Paraboot e delle Best Company, si ritrovano vestiti con capi che sembrano usciti da un armadio di trent’anni fa. Una sorta di tradizione dinastica che fa sorridere e riflettere: il desiderio di appartenenza e il culto del marchio sono evidentemente concetti senza tempo.
Corre voce – e qui le indiscrezioni si fanno insistenti – che il successo di queste adunate stia ispirando qualcosa di più grande. Si mormora negli ambienti che contano che un paio di noti ex Paninari con un fiuto eccellente per gli affari stiano lavorando al lancio di una capsule collection, una linea di abbigliamento ribattezzata Paninaro New Generation. Non solo una riedizione dei capi storici, ma un’attualizzazione di quel look per i giovani di oggi.
La piazza, intanto, pulsa. Tra gli immancabili occhiali Ray-Ban a goccia e un’aria di spensierata vanità, i Paninari dimostrano che lo stile, quello vero, non ha data di scadenza. Non è solo un revival, è la conferma che un certo modo di vivere, fatto di leggerezza, junk food di qualità e un po’ di sana ostentazione, è ancora vivo nel cuore pulsante di Milano.
A cura di Dario Lessa
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