Il Friuli Venezia Giulia affronta una grave emergenza dopo un’intensa ondata di maltempo che, nella notte tra domenica e lunedì, provoca frane, allagamenti e danni diffusi. Le piogge eccezionali, concentrate soprattutto nella parte orientale della regione, fanno esondare il fiume Torre, causano il crollo di un’abitazione a Cormons e costringono centinaia di persone a lasciare le loro case.
I vigili del fuoco e la Protezione Civile operano senza sosta per assistere la popolazione.
Il bilancio dell’emergenza: dispersi, evacuati e soccorsi in azione
Secondo il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, le piogge torrenziali colpiscono comuni come Palmanova, Trivignano Udinese e Manzano. I soccorritori intervengono su decine di richieste d’aiuto da parte di automobilisti bloccati e famiglie invase dall’acqua.
Le zone più critiche restano nel Goriziano: a Brazzano di Cormons, una frana travolge un edificio. I soccorritori salvano una persona, mentre altre due risultano disperse.
A Romans d’Isonzo, l’esondazione del fiume Torre costringe diverse famiglie a rifugiarsi sui tetti delle abitazioni.
Nella frazione di Versa, circa 300 persone lasciano le loro case. Squadre di vigili del fuoco provenienti da Veneto ed Emilia-Romagna potenziano le operazioni con idrovore per svuotare case e strade sommerse.
Allerta e interventi delle istituzioni
La Protezione Civile nazionale conferma l’allerta arancione su gran parte del Friuli Venezia Giulia, mentre le autorità dichiarano lo stato di emergenza, chiedendo la mobilitazione nazionale per far fronte alla situazione.
L’assessore regionale alla Protezione Civile, Riccardo Riccardi, sottolinea che “la priorità ora riguarda le persone”, con l’obiettivo di ritrovare i dispersi a Cormons e mettere in sicurezza gli sfollati a Versa.
Le palestre del territorio ospitano gli evacuati, con brandine e assistenza dei volontari dell’Ana.
Le previsioni parlano di una breve tregua, ma un nuovo fronte freddo proveniente dall’Austria potrebbe riportare piogge e venti intensi, con abbassamento della quota neve sulle Alpi.
Impatti su agricoltura e territorio
Il maltempo provoca danni gravissimi all’agricoltura. Secondo Coldiretti, oltre 1.000 ettari di coltivazioni risultano allagati nel Goriziano.
Terreni coltivati a cereali e ortaggi, capannoni agricoli e attrezzature subiscono danni ingenti. L’associazione sottolinea come il consumo di suolo e l’urbanizzazione incontrollata aggravino il rischio idrogeologico.
Il bilancio definitivo arriverà solo quando l’acqua si ritirerà e sarà possibile valutare con precisione le perdite.
Sfide attuali e prospettive future
La situazione resta critica: i soccorritori cercano i dispersi e aiutano chi ha perso la casa, mentre la popolazione evacuata affronta ore di grande incertezza. Le autorità dovranno gestire non solo l’emergenza, ma anche la ricostruzione e il recupero delle aree agricole colpite.
L’evento rappresenta un monito: i fenomeni meteorologici estremi diventano sempre più frequenti, e il territorio richiede infrastrutture resilienti, preparazione e sistemi di prevenzione rafforzati.
Le comunità dimostrano grande solidarietà, ma il ritorno alla normalità richiederà tempo, risorse e pianificazione accurata.
A cura di Nora Taylor
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