Home Daynews24Addio al Papa di tutti

Addio al Papa di tutti

Addio al Papa di tutti L’ultimo saluto a Papa Francesco: chiusa la bara in San Pietro

by Veronica Aceti
papa francesco

Eccoti il testo adattato come mi hai chiesto:


Una cerimonia solenne, nella penombra carica di memoria

Nella penombra composta della Basilica di San Pietro, alle ore venti si è celebrato uno dei riti più solenni della tradizione vaticana: la chiusura della bara di Papa Francesco. La cerimonia si è tenuta la sera del 25 aprile alle ore venti in punto, nel cuore della navata centrale della Basilica, immersa in un silenzio denso di commozione e memoria.

Il camerlengo Farrell guida il rito della chiusura

A presiederla è stato il cardinale Kevin Joseph Farrell, camerlengo di Santa Romana Chiesa, affiancato dal maestro delle Celebrazioni liturgiche pontificie monsignor Diego Ravelli. Hanno preso parte al rito anche numerose figure chiave della vita ecclesiale del defunto Pontefice: il cardinale Giovanni Battista Re, decano del Sacro Collegio; Roger Michael Mahony, cardinale presbitero; Dominique Mamberti, protodiacono; Mauro Gambetti, arciprete della Basilica Vaticana; Pietro Parolin, già segretario di Stato; Baldo Reina, vicario per la Diocesi di Roma; Konrad Krajewski, elemosiniere apostolico. Con loro anche Edgar Peña Parra, sostituto della Segreteria di Stato; Ilson de Jesus Montanari, vice camerlengo; monsignor Leonardo Sapienza, reggente della Casa Pontificia; i canonici del Capitolo vaticano; i penitenzieri minori; i segretari personali del Papa e altre figure ammesse dal cerimoniale.

Tra i presenti, forse anche il futuro Pontefice

Nessuna conferma su chi sarà il successore: tra i presenti al rito potrebbe celarsi anche il futuro Pontefice, ma solo il Conclave potrà dare risposta a questa domanda ancora sospesa. Intanto, la liturgia ha seguito con fedeltà e gravità ogni momento previsto dal protocollo: al centro, il feretro di cipresso che conteneva le spoglie mortali del Santo Padre, attorniato da candele e da volti composti.

Il rogito: memoria viva di un pontificato rivoluzionario

Dopo un breve saluto del celebrante, è stato letto il rogito, il documento ufficiale che racchiude in forma solenne e definitiva la memoria della vita, delle opere e del pontificato di Francesco. Le parole scelte, intense e pacate, ne hanno delineato il profilo umano prima ancora che istituzionale: pastore vicino alla gente, Vescovo tra la sua gente, Papa che abitava in un semplice appartamento, che cucinava da solo e che scelse di vivere alla Domus Sanctae Marthae per restare tra le persone.

Il rogito ha ricordato il suo impegno per i poveri, l’attenzione agli ultimi, il coraggio di portare il Vangelo nei luoghi dimenticati: carceri, centri di accoglienza, periferie esistenziali. Non sono mancati i riferimenti ai grandi gesti del pontificato, come l’incontro interreligioso ad Abu Dhabi, la firma del Documento sulla fratellanza umana, le parole di pace pronunciate in tempi lacerati dai conflitti, gli appelli contro la guerra in Ucraina, in Terra Santa, in Libano, in Myanmar. Memorabile il ricordo della sera del 27 marzo 2020, quando, in una Piazza San Pietro vuota e sotto la pioggia, pregò da solo per l’umanità ferita dalla pandemia.

Tre bare, tre sigilli: il rito della custodia

Dopo la lettura, il maestro delle cerimonie ha steso un velo di seta bianca sul volto del Papa defunto, simbolo di venerazione e riserbo. Quindi è stata deposta nella bara una borsa con medaglie e monete coniate durante il pontificato e il cilindro contenente il rogito, chiuso con sigillo ufficiale. Si è proceduto poi alla chiusura della bara di zinco, sigillata e recante la croce, lo stemma papale e una targa con nome, date e durata del ministero petrino. A questa sono stati impressi i sigilli del camerlengo, della Casa Pontificia, dell’Ufficio delle Celebrazioni liturgiche e del Capitolo Vaticano. Ultimo gesto, la chiusura della terza bara, quella esterna, in legno di rovere.

Un addio carico di storia, nel silenzio della Basilica

I salmi e le antifone hanno accompagnato il momento conclusivo, mentre nella Basilica si respirava un silenzio carico di storia. Francesco ha lasciato il mondo come l’aveva attraversato: con discrezione, mitezza e fermezza, testimone di un Vangelo vivo, vissuto con coerenza e senza orpelli. La folla, che fino a notte fonda ha continuato a sfilare ininterrotta davanti al feretro prima della chiusura, ha reso omaggio a un Pontefice che ha segnato un’epoca. Sabato, i funerali: Roma attende il tributo dei grandi della terra, ma intanto è il popolo, ancora una volta, a stringersi attorno a colui che chiamava tutti fratelli.

A cura di Katya Malagnini
Leggi anche: Virgo Cosmetics e GF, bellezza e spettacolo si incontrano
Seguici su Instagram!

error: Il contenuto è protetto!!