È la storia che nessun genitore vorrebbe raccontare. È notte fonda. Il silenzio è rotto solo dal respiro tranquillo di tuo figlio che dorme nella culla, osservato dall’occhio elettronico del baby monitor. Improvvisamente, una voce. Non la tua, non quella del tuo partner. Una voce estranea, metallica, che esce dall’altoparlante.
“Svegliati, piccolo.”
Un brivido corre lungo la schiena. Non è un film horror. È un incubo reale, documentato decine di volte in tutto il mondo. Il dispositivo che hai comprato per proteggere tuo figlio è diventato il portale per l’intruso.

Baby monitor PH Pinterest
L’epicentro dell’orrore: non solo guardare, ma interagire
Quando pensiamo a un hacker, immaginiamo qualcuno che ruba numeri di carte di credito. Ma la violazione di un baby monitor è psicologicamente devastante.
Ci sono due livelli di violazione:
- Il voyeurismo digitale: Il primo, e più comune, è l’accesso silenzioso. Qualcuno, da qualsiasi parte del mondo, può guardare tuo figlio dormire, giocare, essere allattato. Può osservare la routine della tua famiglia, sapere quando sei in casa e quando esci. Sei in una teca di vetro, senza saperlo.
- L’interazione maligna: Il secondo livello è l’incubo. Sfruttando la funzione audio bidirezionale (quella che usi per calmare il bambino a distanza), l’hacker può parlare. Le cronache sono piene di casi terrificanti: voci che insultano, che usano linguaggio osceno, che cercano di convincere il bambino a fare cose (“Vieni, sono tuo amico”), o che mettono musica inquietante nel cuore della notte. In alcuni casi, hanno preso il controllo della telecamera motorizzata per “seguire” i genitori nella stanza.
Come è possibile? la tragica semplicità della violazione
L’orrore più grande è che, nella maggior parte dei casi, non serve un genio del crimine informatico. Non serve un’operazione da “Anonymous”. Basta un ragazzino annoiato e un motore di ricerca.
Il principale colpevole è la nostra pigrizia.
I baby monitor “smart” (connessi a Internet) sono dispositivi IoT (Internet of Things). Come un tostapane o un frigorifero connesso, sono costruiti per essere economici e facili da usare, non per essere sicuri.
Le tre porte d’ingresso principali sono:
- Password di default: La maggior parte dei dispositivi esce dalla fabbrica con una password predefinita come “admin“, “12345” o “password“. Milioni di utenti non la cambiano mai. Esistono motori di ricerca specifici, come Shodan, che non fanno altro che scansionare la rete alla ricerca di dispositivi insicuri. Basta digitare la marca del monitor per trovare un elenco di stream video aperti.
- Wi-Fi non sicuro: Se la tua rete Wi-Fi domestica ha una password debole, l’hacker non ha nemmeno bisogno di passare dal cloud. Una volta entrato nella tua rete, “vede” tutti i dispositivi connessi, incluso il baby monitor.
- Vulnerabilità del produttore (firmware): Molti produttori a basso costo non rilasciano mai aggiornamenti di sicurezza. Una volta scoperta una falla (una “backdoor”), quella falla rimane aperta per sempre, un invito a chiunque sappia come sfruttarla.

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L’ironia più crudele è che questo incubo nasce da un desiderio di sicurezza. Vogliamo l’app sullo smartphone per controllare il bambino mentre siamo in salotto o al lavoro. Questa comodità ha un prezzo: ogni punto di accesso remoto è un potenziale punto di intrusione.
Abbiamo trasformato le nostre case in “fortezze digitali” piene di gadget, ma abbiamo lasciato lo spioncino della porta principale aperto, con la chiave appesa fuori.
Come blindare la culla (e svegliarsi dall’incubo)
La paranoia non serve, la consapevolezza sì. La buona notizia è che la maggior parte di queste violazioni è prevenibile con un minimo di igiene digitale.
- Cambia la password. ora. Prima ancora di togliere il monitor dalla scatola, cambia la password di default dell’amministratore con una complessa (lunga, con numeri e simboli).
- Aggiorna il firmware: Vai sul sito del produttore e installa l’ultimo aggiornamento. Scegli marchi noti che garantiscano aggiornamenti costanti.
- Segmenta la rete: Questa è la mossa da professionisti. Usa la “Rete Ospiti” del tuo router per tutti i dispositivi IoT (baby monitor, Alexa, lampadine). In questo modo, anche se un hacker “bucasse” il monitor, rimarrebbe intrappolato in quella rete secondaria, senza poter accedere ai tuoi computer o al tuo home banking.
- Disattiva l’accesso remoto: Ti serve davvero controllare tuo figlio da un altro continente? Se lo usi solo in casa, molti monitor permettono di funzionare solo sulla rete Wi-Fi locale, disattivando l’accesso da Internet. Fallo.
- Il nastro adesivo (low-tech is good-tech): Quando non lo usi, metti un pezzo di nastro adesivo opaco sull’obiettivo. Semplice, ma infallibile.
L’incubo del baby monitor hackerato non è una leggenda metropolitana. È il promemoria più intimo e spaventoso che, nell’era connessa, la nostra casa è sicura solo quanto lo è l’anello più debole della nostra catena digitale. E a volte, quell’anello sta proprio vegliando sulla culla.
A cura di Davide Cannata
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