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Giovani proattivi, uno su due lavorano alle superiori

Il mito dei giovani svogliati? È tempo di sfatarlo, ma solo uno su cinque cerca il posto fisso

by Nora Taylor
giovani e lavoro

Contrariamente alla convinzione diffusa che i ragazzi di oggi siano poco motivati e non si mettano mai in gioco, numerosi giovani iniziano a lavorare già durante il periodo delle scuole superiori. La ricerca “Dopo il diploma” di Skuola.net, in collaborazione con ELIS, ha rivelato che uno studente su due si impegna in attività lavorative anche mentre è a scuola. Inoltre, solo il 20% dei giovani punta a un “posto fisso” nel futuro, mentre la maggioranza desidera perseguire un cammino autonomo, come imprenditore o libero professionista, con un progetto ben definito in mente.

Lavoro giovanile: una generazione che si fa strada anche online

Molti ragazzi, contrariamente agli stereotipi degli adulti, che spesso li rimproverano per stare troppo sui telefonini, stanno scoprendo l’imprenditorialità tramite i social. La Generazione Z, che vive una continua interazione con il mondo digitale, sta usando queste ore non solo per svagarsi ma anche per iniziare attività lavorative che vanno al di là dei semplici “lavoretti”. Secondo l’indagine, quasi la metà degli studenti delle scuole superiori si impegna in lavori occasionali, con il 10% che si orienta verso l’innovazione digitale, come il trading online, la gestione di criptovalute o lo sviluppo di app.

Un impegno che va oltre il periodo estivo

Il 54% degli studenti che lavorano durante gli studi lo fa durante tutto l’anno scolastico, con il 23% che svolge queste attività anche durante i mesi di scuola, mentre il 31% si concentra sui lavori estivi. Gli studenti-lavoratori si dividono per genere: tra i maschi, il 61% lavora durante gli studi, mentre tra le ragazze la percentuale si attesta al 51%. Questi dati, soprattutto per quanto riguarda la disparità di genere, mettono in luce l’interesse crescente di entrambe le parti verso la carriera lavorativa, sfidando così gli stereotipi tradizionali.

La motivazione dietro il lavoro giovanile: voglia di indipendenza

L’indagine ha messo in evidenza che non si tratta solo di un bisogno economico, ma anche di un forte desiderio di indipendenza e di esperienza. La propensione a lavorare è simile sia tra i giovani di famiglie benestanti (54%) che tra quelli con una condizione economica meno favorevole (57%). Quasi tutti i giovani, il 90%, si dedicano a lavori tradizionali come camerieri, fattorini, rider, babysitter, istruttori e tutor di ripetizioni, ma c’è anche una crescente quota di studenti che intraprende attività digitali.

Giovani digitali: un occhio al futuro

Il 10% dei giovani lavora nel settore digitale, con una particolare attenzione al trading online, all’e-commerce e ai servizi digitali come lo sviluppo di siti web, la cybersicurezza e l’analisi dei big data. Il dato più interessante riguarda il 49% di questi giovani, che non escludono che questa attività possa diventare la loro occupazione principale dopo la scuola. Questo settore, pur essendo competitivo e in continua evoluzione, sembra essere un obiettivo concreto per una generazione che non cerca il posto fisso ma è alla ricerca di nuove opportunità.

Il mito del posto fisso e l’ascesa dell’imprenditorialità

Solo il 20% degli intervistati ha dichiarato che, una volta completato il percorso di studi, punterà sulla sicurezza del posto fisso. Questo dato evidenzia una forte preferenza per il lavoro autonomo, l’imprenditorialità e il desiderio di realizzare progetti indipendenti. Tra i giovani che aspirano a diventare imprenditori, ben il 23% sogna di sviluppare una propria idea, con due terzi di loro convinti di avere già in mente il progetto giusto.

L’importanza della flessibilità e della libertà lavorativa

Nel panorama globale, la Generazione Z è sempre più attenta alla flessibilità lavorativa, una condizione che può essere garantita dal lavoro autonomo o dall’imprenditorialità. Il 23% degli studenti intervistati vede in queste modalità la propria strada futura. Le differenze di genere e classe sociale si riflettono anche qui: gli uomini sembrano essere più inclini alla carriera imprenditoriale, ma è interessante notare che tra i giovani provenienti da famiglie più umili, l’interesse verso la carriera imprenditoriale è doppio rispetto ad altri gruppi.

Le competenze per il futuro: nuove sfide educative

Daniele Grassucci, direttore di Skuola.net, sottolinea come il lavoro autonomo e l’imprenditorialità siano i nuovi orizzonti per le giovani generazioni, capaci di invertire completamente la mentalità dei genitori. Tuttavia, la chiave per intraprendere con successo questi percorsi è l’acquisizione delle giuste competenze. Gianluca Sabatini, Responsabile Sviluppo Area Formazione di ELIS, aggiunge che gli studenti stanno affrontando da soli le lacune nei sistemi educativi tradizionali, ma è fondamentale che le scuole si adattino, offrendo anche competenze pratiche che preparino i giovani a un mercato del lavoro sempre più flessibile e competitivo. ELIS sta infatti sperimentando modelli innovativi di educazione che combinano teoria, pratica e esperienza aziendale, per preparare meglio gli studenti a un futuro lavorativo incerto ma ricco di opportunità.

A cura di Alessandro Frigerio
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