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Italia, lavoro in crisi e imprese senza personale

Un’analisi approfondita sul divario crescente tra disoccupazione, mancanza di manodopera qualificata e necessità delle aziende in un Paese che rischia di frenare la propria crescita

by Nora Taylor
operai specializzati ph fp

Un mercato contraddittorio e difficile da interpretare

Il paradosso del lavoro in Italia si mostra sempre più evidente: da una parte il tasso di disoccupazione rimane alto e preoccupante, dall’altra moltissime imprese non riescono a trovare le figure professionali indispensabili per svilupparsi. Secondo l’ultimo studio realizzato dalla Cgia di Mestre, circa il 64% degli imprenditori dichiara di incontrare ostacoli notevoli nel selezionare personale con competenze specialistiche. Questo dato sottolinea con chiarezza una vera e propria emergenza, che mette in luce un profondo squilibrio tra la preparazione dei lavoratori e i bisogni reali delle aziende.

Professioni richieste ma quasi impossibili da reperire

Il fenomeno appare evidente già durante i processi di selezione: quattro colloqui su dieci vengono annullati o non vedono la presenza di nessun candidato. Le competenze più difficili da reperire appartengono all’ambito della meccanica, dell’elettronica, della logistica e dell’edilizia. Operai saldatori, elettricisti qualificati, tecnici della manutenzione e autisti specializzati risultano praticamente introvabili. Alcune imprese, soprattutto nel Nord del Paese, arrivano addirittura a rinunciare a nuove commesse perché non riescono a rafforzare i propri organici.

Le cause culturali e retributive dietro la carenza

Alla radice di questa scarsità di lavoratori non troviamo solo un sistema formativo che non risponde pienamente alle esigenze del mercato. Influiscono anche elementi culturali e legati alla retribuzione. I giovani considerano poco appetibili i mestieri manuali che comportano fatica fisica, orari rigidi e responsabilità elevate. Inoltre, le retribuzioni non sempre risultano proporzionate al livello di impegno richiesto. Tutto ciò genera una frattura che rischia di bloccare interi comparti produttivi, in un periodo in cui la richiesta di competenze tecniche cresce rapidamente grazie alla transizione digitale ed energetica.

La richiesta di soluzioni da parte degli imprenditori

Gli imprenditori sottolineano con forza la necessità di rafforzare il legame tra scuole, centri di formazione professionale e tessuto industriale. L’obiettivo consiste nel colmare il divario tra ciò che gli studenti imparano e ciò che le imprese realmente cercano, introducendo percorsi di stage e apprendistati mirati ai mestieri più richiesti. “Senza un cambiamento deciso di rotta, l’Italia rischia di perdere competitività non per assenza di opportunità, ma per mancanza di lavoratori pronti a coglierle”, avverte la Cgia di Mestre.

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