L’impronta ecologica globale supera ogni anno la capacità rigenerativa della Terra
Il 24 luglio 2025 segna una data drammatica per il nostro pianeta: è l’Earth Overshoot Day, il giorno in cui l’umanità ha consumato tutte le risorse biologiche che la Terra può rigenerare nell’arco di un intero anno. Questo significa che da oggi viviamo “a credito”, intaccando i capitali naturali e aumentando il nostro debito ecologico. L’anno scorso, questa soglia critica venne raggiunta il 1° agosto, ma nel 2025 si è anticipata di ben otto giorni, confermando una tendenza preoccupante e crescente verso un consumo insostenibile.
Secondo i dati forniti dal Global Footprint Network, un’organizzazione di ricerca internazionale che calcola l’impronta ecologica globale, nel 2025 viviamo come se avessimo 1,8 pianeti Terra a disposizione. “Se ogni persona sul pianeta consumasse come un cittadino medio europeo, avremmo bisogno di tre pianeti per sostenere il nostro stile di vita”, ha affermato Mathis Wackernagel, cofondatore dell’organizzazione.
Che cos’è l’Overshoot Day e come viene calcolato
L’Overshoot Day si calcola dividendo la biocapacità del pianeta – ovvero la capacità degli ecosistemi terrestri di rigenerare risorse e assorbire rifiuti, in particolare CO₂ – per l’impronta ecologica dell’umanità. Il risultato si moltiplica per 365 e ci restituisce il giorno esatto in cui il nostro consumo supera i limiti del pianeta. Ogni giorno successivo rappresenta un superamento dei confini ecologici.
I settori principali che contribuiscono a questo squilibrio sono l’agricoltura intensiva, l’allevamento industriale, la deforestazione, l’uso massiccio di combustibili fossili, e l’urbanizzazione incontrollata. Il cambiamento climatico, l’inquinamento e la perdita di biodiversità sono le conseguenze dirette di queste attività, che consumano risorse più velocemente di quanto la natura riesca a rigenerarle.
“L’Overshoot Day è una bussola che ci indica quanto siamo lontani da un equilibrio con il nostro pianeta”, ha spiegato Laetitia Mailhes, portavoce del Global Footprint Network. In molti casi, i Paesi industrializzati contribuiscono maggiormente a questo squilibrio: ad esempio, se il mondo intero vivesse come gli Stati Uniti, l’Overshoot Day arriverebbe già a marzo.
Italia e il suo debito ecologico
L’Italia non fa eccezione a questo trend globale. Sebbene la data esatta dell’Overshoot Day italiano 2025 non sia stata ancora comunicata ufficialmente, nel 2022 è caduta il 15 maggio, e negli anni successivi il trend è rimasto simile. Questo significa che gli italiani hanno consumato tutte le risorse rigenerabili disponibili in poco più di quattro mesi.
Secondo i dati diffusi dalla Rete Italiana per l’Impronta Ecologica, le cause principali dell’impronta italiana derivano dall’uso intensivo del suolo per agricoltura, dalla dipendenza energetica da fonti fossili e da un sistema dei trasporti ancora troppo incentrato sull’uso dell’auto privata. “Dobbiamo ripensare radicalmente il nostro modello di sviluppo, basandolo sulla decarbonizzazione e sulla rigenerazione”, ha sottolineato Stefano Marta, esperto di sostenibilità ambientale presso l’OCSE.
Cosa possiamo fare per posticipare l’Overshoot Day

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Il Global Footprint Network propone il concetto di “Move the Date” (sposta la data), una campagna globale che mira a sensibilizzare governi, aziende e cittadini sull’importanza di ridurre l’impronta ecologica. Piccoli cambiamenti individuali e grandi trasformazioni sistemiche possono ritardare l’Overshoot Day.
Ad esempio, dimezzare lo spreco alimentare globale potrebbe spostare la data di 26 giorni. Passare a fonti rinnovabili ed efficientare i consumi energetici potrebbe recuperare altri 20 giorni. Se la popolazione globale adottasse una dieta a base vegetale, si potrebbero guadagnare fino a 15 giorni.
“Non dobbiamo attendere decisioni dall’alto per agire. Ogni nostra scelta quotidiana, dal cibo che mettiamo in tavola alla mobilità che scegliamo, ha un impatto misurabile sull’ambiente”, ha ricordato Greta Thunberg in un recente post social, commentando i dati del 2025.
Vivere entro i confini del pianeta: una necessità non più rinviabile
L’Overshoot Day non è un evento da calendario da segnare e dimenticare. È un grido d’allarme che dovrebbe scuotere le nostre coscienze e le fondamenta delle nostre economie. I dati del 2025 mostrano chiaramente che stiamo accelerando nella direzione sbagliata. Ogni anno che la data si anticipa rappresenta una ferita più profonda al nostro sistema planetario.
Antonio Guterres, segretario generale delle Nazioni Unite, ha dichiarato recentemente che “stiamo marciando verso il disastro climatico con il piede sull’acceleratore”. Parole forti, ma non esagerate, considerando che la biosfera è l’unico capitale reale di cui disponiamo, e stiamo consumandolo come se fosse inesauribile.
Rallentare, rigenerare, risparmiare: sono verbi che dovrebbero diventare pilastri delle nostre politiche, dei nostri modelli di business e del nostro stile di vita. L’Overshoot Day ci pone davanti a una scelta netta: continuare su questa strada verso il collasso, oppure invertire la rotta e ristabilire un equilibrio con la Terra. Non abbiamo più molto tempo.
A cura di Nora Taylor
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