Fratelli d’Italia ha recentemente avanzato una proposta di legge che prevede la chiusura obbligatoria dei negozi durante sei festività nazionali: Natale, Capodanno, Pasqua, Primo Maggio, Ferragosto e Santo Stefano. L’iniziativa nasce con l’intento di tutelare i diritti dei lavoratori del settore commerciale, offrendo loro la possibilità di trascorrere queste giornate insieme alle famiglie. Il progetto mira a riequilibrare le esigenze lavorative con quelle private, un tema che da anni divide le opinioni in Italia.
Le motivazioni dietro la proposta
La proposta è stata accolta positivamente da chi ritiene che sia fondamentale garantire un tempo adeguato di riposo ai lavoratori, specialmente durante le festività. Giorgia Meloni e i suoi alleati sostengono che una maggiore attenzione al benessere dei lavoratori sia necessaria in un settore che troppo spesso ha visto turni estenuanti e mancanza di pause significative. L’idea di Fratelli d’Italia si basa sulla convinzione che le persone abbiano diritto a godersi i giorni di festa senza essere costrette a lavorare, soprattutto durante le festività più sentite dalla popolazione.
Le reazioni delle associazioni di categoria

negozi chiusi a natale PH Web
Le associazioni di categoria non hanno tardato a esprimere le loro preoccupazioni. Federdistribuzione, che rappresenta numerosi negozi al dettaglio, ha fatto sapere di essere contraria alla proposta. Il presidente Carlo Buttarelli ha avvertito che la chiusura obbligatoria dei negozi durante i giorni festivi potrebbe favorire ulteriormente l’e-commerce, che non ha restrizioni sugli orari di apertura. Secondo lui, questo potrebbe danneggiare ulteriormente le attività fisiche, già fortemente provate dalla concorrenza online.
Inoltre, Confimprese, un’altra importante associazione del commercio, ha definito la proposta “totalmente anacronistica”. Il presidente Mario Resca ha sottolineato che le attività commerciali potrebbero organizzare turni di lavoro in modo da garantire una giusta compensazione per i dipendenti senza dover ricorrere a chiusure obbligatorie. Secondo Resca, il commercio non dovrebbe essere limitato in questo modo, poiché molte attività, in particolare quelle legate alla vendita al dettaglio, traggono vantaggio dal mantenimento degli orari di apertura durante le festività.
La proposta in discussione
Al momento, la proposta non è ancora stata approvata, e il dibattito resta acceso. Le reazioni contrastanti riflettono le difficoltà di trovare un equilibrio tra le necessità del commercio e i diritti dei lavoratori. La politica e le associazioni di categoria dovranno trovare un compromesso per garantire che le festività possano essere davvero un’occasione di riposo per tutti, senza danneggiare le attività economiche locali.
La proposta di Fratelli d’Italia, quindi, resta in fase di discussione, con la speranza che le parti coinvolte possano trovare soluzioni adeguate che rispettino le esigenze di entrambe le parti. Il futuro del commercio in Italia potrebbe dipendere anche da queste scelte legislative, che hanno un impatto diretto sulle dinamiche lavorative e sul benessere della forza lavoro.
A cura di Nadia Raimondi
Leggi anche: Virgo Cosmetics e GF, bellezza e spettacolo si incontrano