Freddie Mercury, voce immortale dei Queen e icona assoluta del rock mondiale, sarebbe stato custode di un segreto delicato, mai emerso finora: una figlia nata nel 1976 da una relazione segreta, un legame nascosto che si è preservato nel tempo con discrezione e amore.
A svelare questa verità, che getta una luce nuova e sorprendente sull’uomo oltre il mito, è il racconto diretto di una donna, identificata soltanto come B, che nel libro “Love, Freddie” della giornalista Lesley-Ann Jones si definisce figlia di Mercury.
La storia, affascinante e al contempo misurata, narra di un legame intimo e riservato tra un padre e una figlia cresciuta lontano dai riflettori, in un contesto familiare estraneo, ma con un affetto sempre presente e mai negato.
Un padre nell’ombra della leggenda
B, oggi medico e madre di figli, vive in Europa e parla con delicatezza di una nascita avvenuta in circostanze insolite: sua madre sarebbe stata la moglie di un caro amico di Freddie, con cui il cantante avrebbe avuto una relazione tenuta gelosamente segreta.
Questa rivelazione sembra confermare che Freddie Mercury non sia stato soltanto un artista eccezionale, ma anche un uomo capace di una dedizione paterna riservata, pur nel fragore di una vita pubblica vorticosa.
Secondo il racconto della figlia, il loro rapporto non sarebbe mai venuto meno, anzi sarebbe stato quotidiano, anche durante i lunghi tour e i periodi di lontananza. Parlavano al telefono ogni giorno, scambiavano parole che alimentavano un affetto silenzioso, lontano dalla curiosità del mondo esterno.
Quasi esclusivamente un ristretto gruppo di intimi avrebbe conosciuto questa paternità segreta: la sorella di Freddie, Mary Austin, i genitori del cantante e i membri stessi della band, a testimonianza di un patto di discrezione, più che di mistero.
Una verità che umanizza il mito
Questa riservatezza non ha oscurato però il profondo legame che, a detta di B, sarebbe stato sincero e intenso. A lei, Mercury avrebbe lasciato in eredità diciassette volumi dei suoi diari personali, un lascito più sentimentale che materiale, come a volere affidare a lei la custodia della propria intimità più profonda.
Non vi sono prove ufficiali né test genetici pubblici che confermino questa verità, ma le parole di B non appaiono mai sfacciate o forzate, bensì permeate di una misura e di un rispetto che sembrano riflettere la complessità di un rapporto tanto privato quanto autentico.
La vicenda, se accolta come plausibile, offre un ritratto diverso e umano di Freddie Mercury, non solo icona della musica, ma padre discreto e affettuoso, capace di un amore nascosto ma duraturo.
Un’immagine inedita, delicata, che rompe gli schemi del mito e restituisce all’artista una dimensione più intima e fragile, proprio come lui, nel corso della vita, sembrava voler proteggere.
Nel racconto di B non c’è traccia di risentimento né di rivendicazione, ma solo la necessità di affermare un legame esistito, invisibile agli occhi del pubblico, ma reale e profondo nella quotidianità di due vite separate eppure intrecciate.
Questo affaccio inatteso sulla vita privata di Freddie Mercury non mira a scandalizzare ma a sorprendere con la sua semplice umanità, ricordandoci che dietro ogni leggenda si cela un uomo con le sue sfumature, i suoi affetti segreti e le sue passioni nascoste.
In questo svelamento sommesso, la figura di Freddie si arricchisce di un nuovo capitolo, un frammento di verità delicata come una carezza, destinato a restare nella memoria di chi lo ha amato.
A cura di Viola Bianchi
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