Home Daynews24Tensione e scontri a Udine durante Italia-Israele

Tensione e scontri a Udine durante Italia-Israele

Corteo pro-Palestina e scontri con la polizia prima della partita: feriti tra giornalisti e agenti, due arresti e diversi fermi. Le autorità parlano di azioni mirate di gruppi violenti, mentre il resto della manifestazione si era svolto in modo pacifico.

by Nora Taylor
corteo pro palestina ph web

Una giornata di sport trasformata in tensione

La serata di lunedì 14 ottobre 2025 a Udine doveva celebrare una partita di calcio valida per le qualificazioni ai Mondiali 2026 tra Italia e Israele. Invece, la città friulana ha vissuto ore di forte tensione per via di un corteo pro-Palestina che, da manifestazione pacifica, si è trasformato in un fronte di scontro tra un gruppo di manifestanti e le forze dell’ordine. Migliaia di persone hanno sfilato per le vie del centro cittadino con bandiere, cartelli e cori contro la guerra e contro la presenza della nazionale israeliana in campo. Gli organizzatori avevano ottenuto regolarmente l’autorizzazione al corteo, ma la situazione è degenerata quando un gruppo di circa duecento persone ha tentato di forzare i cordoni di sicurezza vicino allo stadio Friuli-Dacia Arena.

Secondo quanto riportato da fonti ufficiali, alcuni manifestanti hanno lanciato bottiglie, pietre e bombe carta contro gli agenti in assetto antisommossa. Le forze dell’ordine hanno risposto con idranti e lacrimogeni, cercando di disperdere la folla e ripristinare la sicurezza nelle aree limitrofe allo stadio. La tensione è durata diversi minuti, con scene di caos e panico anche tra i tifosi che si dirigevano verso gli ingressi.

I feriti e gli interventi di soccorso

Tra i feriti si contano una giornalista, Elisa Dossi di Rainews24, colpita alla testa da un oggetto, e un videoreporter, Davide Albini Bevilacqua, che ha riportato una ferita al volto. Entrambi sono stati soccorsi immediatamente e trasportati in ospedale per accertamenti. Fortunatamente le loro condizioni non risultano gravi. Anche undici agenti delle forze dell’ordine hanno riportato contusioni e lievi traumi durante gli scontri, mentre alcuni manifestanti hanno ricevuto cure sul posto da parte del personale sanitario del 118.

Le autorità locali hanno sottolineato che la maggior parte dei partecipanti al corteo si è comportata in modo civile e rispettoso, ma che una frangia minoritaria e organizzata ha scelto la via della violenza. “Un gruppo di facinorosi ha cercato lo scontro sin dall’inizio”, ha dichiarato un funzionario della Questura di Udine, aggiungendo che gli agenti hanno agito “per garantire la sicurezza pubblica e permettere il regolare svolgimento dell’incontro sportivo”.

Arresti, fermi e indagini in corso

La Polizia di Stato ha fermato quindici persone e ne ha arrestate due. Una è accusata di resistenza e danneggiamento, l’altra si trova agli arresti domiciliari in attesa di convalida. Gli altri fermati sono stati identificati e potrebbero ricevere provvedimenti di foglio di via. La Procura di Udine ha aperto un fascicolo per identificare ulteriori responsabili e verificare le dinamiche degli scontri, anche attraverso l’analisi delle immagini video diffuse dai media e dalle telecamere di sorveglianza.

Le forze dell’ordine stanno inoltre lavorando per accertare se dietro gli episodi di violenza ci siano gruppi organizzati provenienti da altre regioni, come avvenuto in precedenti manifestazioni analoghe. Alcune testimonianze raccolte sul posto parlano di persone incappucciate e vestite di nero, giunte a Udine solo poche ore prima del match. “Non rappresentano il movimento pro-Palestina, ma cercano solo il confronto fisico con la polizia”, ha dichiarato un manifestante intervistato dal Messaggero Veneto.

Reazioni politiche e istituzionali

Le reazioni del mondo politico non si sono fatte attendere. Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha espresso solidarietà agli agenti feriti e ai giornalisti coinvolti, ringraziando le forze dell’ordine per la gestione dell’emergenza. “Lo Stato non tollera la violenza, specialmente quando viene usata per strumentalizzare eventi sportivi”, ha affermato il ministro in una nota ufficiale. Anche la Federazione Italiana Giuoco Calcio (FIGC) ha condannato gli scontri, sottolineando che “il calcio deve rimanere un luogo di incontro e rispetto reciproco, non un campo di battaglia ideologica”.

Sul fronte opposto, alcuni rappresentanti dei movimenti per la pace hanno denunciato l’eccessivo uso della forza da parte della polizia, chiedendo una riflessione sulla gestione dell’ordine pubblico. Tuttavia, la maggioranza delle sigle organizzatrici ha preso le distanze dagli episodi di violenza, ribadendo che “la manifestazione doveva essere pacifica e simbolica”.

Un bilancio pesante per una serata che doveva unire

Alla fine della giornata, la partita tra Italia e Israele si è giocata regolarmente, ma l’atmosfera dentro e fuori dallo stadio è rimasta tesa. Mentre gli azzurri festeggiavano la vittoria sul campo, la città faceva i conti con un bilancio di feriti, danni e polemiche. Le immagini degli scontri, trasmesse dai principali telegiornali, hanno fatto rapidamente il giro del Paese, accendendo un dibattito sulla libertà di manifestare e sulla responsabilità di mantenere la pace pubblica.

Udine, nota per la sua accoglienza e per la passione sportiva, ha vissuto una serata amara che resterà nella memoria collettiva non per il risultato calcistico, ma per le scene di violenza che l’hanno preceduto. Le indagini proseguono, mentre la città prova a tornare alla normalità. Come ha scritto un cronista locale, “l’eco dei cori si è confusa con quella delle sirene: un contrasto che nessuno avrebbe voluto sentire”.

A cura di Nora Taylor
Leggi anche: Il diabete: il nemico invisibile del terzo millennio
Seguici su Instagram e Facebook!

error: Il contenuto è protetto!!