Home Daynews24Trionfo d’argilla, le azzurre riscrivono la storia a Parigi

Trionfo d’argilla, le azzurre riscrivono la storia a Parigi

by Veronica Aceti
Jasmine Paolini e Sara Errani

Una finale combattuta che ha incoronato l’Italia

Un lungo abbraccio al centro del campo. Un gesto che racconta tutto. Poi lo sguardo si solleva verso la tribuna, dove Tathiana Garbin, la guida delle azzurre nella Billie Jean King Cup, si commuove. Ha lottato contro la malattia con la stessa forza con cui ha creduto fin dall’inizio nel talento luminoso di Jasmine Paolini e nell’esperienza infinita di Sara Errani. Il successo sul rosso di Parigi diventa il simbolo perfetto del riscatto e della fiducia, e spalanca le porte all’attesa finale di Jannik Sinner, chiamato a sfidare Carlos Alcaraz sul terreno preferito dallo spagnolo.

Dopo la vittoria nel doppio misto di Sara Errani e Andrea Vavassori, la bandiera italiana si innalza di nuovo, questa volta con la conquista del doppio femminile: Errani e Paolini si impongono in tre set (6-4, 2-6, 6-1) su Anna Danilina e Aleksandra Krunic, portando l’Italia sul tetto del Roland Garros. Il tricolore sventola alto sopra il Bois de Boulogne: la nuova potenza mondiale parla italiano.

Un capolavoro di strategia e resistenza mentale

I primi due set scorrono sul filo dell’equilibrio. Le avversarie – la kazaka Anna Danilina, numero 17 del ranking di specialità, e la serba Aleksandra Krunic, numero 79 – provano a spezzare il ritmo. Ma dall’altra parte della rete trovano un muro. Ogni pallina ritorna, ogni tentativo d’attacco si dissolve nella tenacia italiana. Le azzurre, con colpi liftati che scavalcano, smorzate chirurgiche e una difesa impenetrabile, costringono le rivali all’errore.

Nel terzo set arriva il colpo che sposta l’inerzia: il break su Krunic in apertura piega l’equilibrio verso l’Italia. Da lì in poi, Sara e Jasmine prendono il comando e non lo lasciano più. Le avversarie si spengono, mentre le italiane volano leggere sulla terra rossa, confermandosi imbattibili su questa superficie.

Un percorso costruito tra sudore, visione e coraggio

Questa era la seconda finale consecutiva al Roland Garros per Errani e Paolini. Favorite sin dall’inizio, affrontavano una coppia che aveva alle spalle solo due tornei disputati insieme nel 2022, ma che al primo Slam giocato fianco a fianco aveva raggiunto l’ultimo atto.

Le azzurre hanno lasciato per strada un solo set in tutto il torneo, proprio nella finale. Una dimostrazione di solidità e consapevolezza, che affonda le radici in sei Slam disputati insieme e in un palmarès che include sette titoli WTA, un oro olimpico conquistato proprio al Roland Garros un anno fa e quattro successi nei Master 1000. L’ultimo a Roma, tre settimane fa: un trionfo di casa che ha consacrato Jasmine regina del Foro Italico.

L’eredità di Sara e il nuovo fuoco di Jasmine

Sara Errani è un volto storico del tennis italiano. I suoi servizi dal basso, le sue geometrie millimetriche, il suo istinto tattico: tutto in lei profuma di arte e combattività. In Jasmine Paolini ha trovato **una nuova compagna degna di succedere a Roberta Vinci, con cui dal 2012 al 2014 aveva vinto tutti e quattro i tornei del Grande Slam nel doppio, compreso due volte l’Australian Open.

Sara, a 38 anni, ha annunciato l’addio al singolare proprio a Parigi, ma non ha alcuna intenzione di lasciare il doppio. Perché farlo, se ancora oggi domina sulla terra battuta?

Jasmine, dal canto suo, ha dimostrato cuore e spessore, ma si apre ora una riflessione. “Sara, sei una leggenda”, ha detto alla fine della partita, strappando lacrime alla compagna. Però il doppio, se da un lato affina i colpi, dall’altro consuma energie preziose. Lo ha dimostrato l’eliminazione nei quarti di finale del singolare per mano di Elina Svitolina: un segnale da ascoltare.

Un futuro da scalare, con occhi puntati sul vertice

Il tempo per entrare nel triangolo delle regine del tennis femminile è adesso. Jasmine Paolini, numero 4 del mondo, può davvero insediarsi tra Coco Gauff, campionessa del Roland Garros celebrata anche da Barack e Michelle Obama, Aryna Sabalenka e Iga Swiatek. Serve solo una scelta chiara, una visione strategica. La finestra è aperta, ma non resterà così per sempre.

Intanto, il presente è una festa. L’Italia del tennis non si ferma. Il rosso di Parigi ha il colore del tricolore.

A cura di Veronica Aceti
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