Daniele Prisco, un piccolo angelo di soli 12 anni, ha lasciato un vuoto immenso nel cuore di chi lo ha conosciuto. La sua lotta contro la leucemia è stata lunga e coraggiosa, ma si è conclusa troppo presto, il 4 gennaio, lasciando un’intera comunità avvolta in un silenzio carico di dolore.
Un ultimo saluto pieno di amore e commozione
I suoi funerali, celebrati nella chiesa di San Giovanni Battista dei Fiorentini al Vomero, sono stati un momento di struggente commozione, in cui il dolore si è intrecciato al ricordo dell’energia e della dolcezza che Daniele portava con sé. Palloncini bianchi e azzurri, le sue passioni rappresentate dai colori del Napoli, hanno incorniciato un addio che nessuno avrebbe mai voluto dover vivere.
Il legame speciale con il Napoli
Il Napoli non lo ha mai abbandonato, nemmeno nei momenti più difficili: la squadra gli era stata vicina durante la sua battaglia contro la malattia, e anche nell’ultimo saluto non ha fatto mancare il proprio affetto. I calciatori, in un momento di raccoglimento a Castel Volturno, hanno firmato le loro maglie in suo onore, e quelle stesse maglie sono state adagiate sull’altare, come un abbraccio simbolico per un piccolo tifoso che aveva il calcio nel cuore.
Parole di conforto dall’arcivescovo
A celebrare la messa del piccolo Daniele è stato l’arcivescovo Mimmo Battaglia, che con parole semplici ma piene di significato ha cercato di portare conforto ai genitori e agli amici di Daniele, ricordando quanto fosse speciale e amato. “Siamo qui per pregare con Daniele, per lui e insieme a lui,” ha detto il cardinale.
Un sorriso che resterà nei cuori di tutti
Daniele era un bambino come tanti, ma con una luce unica. Amava il calcio e sognava di poter correre ancora una volta dietro al pallone, indossando la maglia azzurra del Napoli. La sua determinazione, anche nei momenti più difficili, era fonte di ispirazione per chi lo circondava.
Daniele sarà ricordato non solo per la sua lotta, ma per il sorriso che portava con sé, per la passione con cui viveva ogni momento, per l’amore che dava e che ora, in qualche modo, resta. Un piccolo angelo, che ora corre felice dietro a un pallone, questa volta in cielo.
A cura di Katya Malagnini
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