L’Università degli Studi di Ferrara si prepara ad intitolare una delle sue aule studio alla memoria di Charlie Kirk, l’attivista conservatore americano e stretto alleato di Donald Trump, tragicamente scomparso lo scorso settembre in un attentato nello Utah. La proposta, avanzata dall’associazione studentesca di destra Azione Universitaria (AU) Ferrara, ha ottenuto il via libera formale dal Consiglio degli Studenti, ma la decisione ha subito acceso una vivace discussione all’interno dell’ambiente universitario estense, dove le sensibilità politiche si sono immediatamente polarizzate.
La proposta di Azione Universitaria
La ricostruzione dei fatti vede Azione Universitaria promotrice dell’iniziativa, presentata con l’intento non tanto di sposare le idee politiche di Kirk, noto volto del movimento “Make America Great Again” (Maga) e fondatore dell’influente organizzazione giovanile conservatrice Turning Point USA, quanto di celebrarne la figura come “un modello da seguire” per la sua capacità comunicativa. In una nota diffusa dopo l’approvazione, gli esponenti di AU hanno infatti voluto precisare il senso della loro proposta.
“Abbiamo voluto intitolare un’aula studio a Charlie Kirk non per quello che diceva, ma per il modo in cui si esprimeva: uno scambio aperto, plurale, democratico e soprattutto non violento”, ha dichiarato l’associazione, sottolineando come l’aula debba diventare un “luogo dedicato al dibattito e alle idee”. “In un momento storico in cui il confronto sembra spesso polarizzato o silenziato, crediamo che l’università debba tornare a essere spazio di confronto vero, anche tra posizioni diverse. Perché l’università vive solo se si discute”, hanno aggiunto i rappresentanti di Azione Universitaria, cercando di inquadrare l’omaggio in un’ottica di promozione del dibattito libero.
Scoppia la polemica nell’Ateneo
Nonostante le intenzioni dichiarate, la scelta di intitolare uno spazio universitario a una figura così divisiva e controversa, noto anche per alcune posizioni estremiste e per iniziative come la “Professor Watchlist” (una lista di docenti accusati di discriminare gli studenti conservatori), ha generato immediata polemica. Numerose voci critiche si sono levate tra gli studenti e, stando ad alcune indiscrezioni, anche tra il corpo docente e accademico, sebbene per ora i commenti ufficiali dell’Ateneo sulla vicenda siano stati cauti o assenti. Molti disapprovano il riconoscimento a un personaggio che, a loro avviso, ha contribuito a polarizzare e radicalizzare il dibattito pubblico, rendendo i campus “campi di battaglia” piuttosto che luoghi di sereno confronto. La questione rimane aperta e non è escluso che nei prossimi giorni possano emergere ulteriori reazioni e richieste di chiarimento o ripensamento in merito a questa inattesa intitolazione.
A cura di Dario Lessa
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