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Prestiti d’onore, il credito per studenti meritevoli

Tra opportunità, numeri e storie personali

by Veronica Aceti
Prestiti d’onore: il credito agli studenti meritevoli in Italia

Il prestito d’onore tra Milano e l’Italia: cifre e ostacoli

Il tema dell’accesso al credito per finanziare il percorso universitario o un master è tornato al centro del dibattito economico. L’Economia de Il Corriere della Sera ha analizzato la proposta dei cosiddetti prestiti ad honorem, strumenti di finanziamento dedicati agli studenti capaci e meritevoli, vincolati però anche a un tetto massimo di reddito familiare. L’idea di fondo è sostenere chi ha talento e risultati accademici brillanti, ma non dispone di risorse sufficienti per affrontare i costi, sempre più elevati, della formazione terziaria.

Prestiti d’onore: il credito agli studenti meritevoli in Italia

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Funzionamento e vantaggi dei prestiti d’onore

Oggi il mercato offre la possibilità di ottenere somme fino a 75mila euro, con un utilizzo vincolato al pagamento delle rette universitarie o dei master. A differenza di un tradizionale mutuo o prestito personale, questi strumenti introducono una fase di “ponte”: durante gli studi e subito dopo la laurea lo studente si limita a versare soltanto la quota di interessi, rimandando al futuro l’avvio del rimborso del capitale. È un meccanismo che consente di alleggerire la pressione economica in una fase della vita in cui il reddito è ancora assente o instabile, spostando l’impegno finanziario al momento in cui il giovane entra nel mercato del lavoro.

Il piano di rientro può essere piuttosto flessibile: in alcuni casi è possibile dilazionare la restituzione fino a 30 anni, riducendo l’importo delle rate e rendendo il debito più sostenibile nel tempo. Naturalmente questo allungamento comporta un aumento complessivo degli interessi da corrispondere, ma permette di evitare il rischio che il peso del debito freni l’ingresso nel mondo professionale.

Milano: numeri e certificazioni di merito

A Milano, città universitaria per eccellenza, negli ultimi tre anni sono state richieste circa tremila “certificazioni del merito” necessarie per accedere al prestito d’onore—circa il 15 % del totale nazionale. Questo dato svela una doppia realtà: da un lato un crescente interesse verso lo strumento, dall’altro una diffusione ancora limitata. In ateneo Statale, con i suoi 60 mila iscritti, appena 120 studenti hanno fatto domanda per il prestito d’onore nel 2020/21. Nel Politecnico le richieste sono state 554, mentre alla Bocconi 358. La Cattolica, che dal 2004 ha creato una linea di credito garantita, ha stanziato fino a 13 milioni di euro.

Secondo la società Habacus, che elabora certificazioni di merito dal 2019, sono 20 mila quelle emesse in tre anni: circa il 70 % sono rivolte a studenti universitari, e il resto a candidati a ITS o corsi Afam; il 15 % proviene da Milano. Risultano ancora timidi i numeri a livello nazionale: negli anni scorsi, i prestiti d’onore concessi mediamente ogni anno sono stati circa 660, su un bacino universitario di quasi 1,8 milioni di iscritti.

Storie di studenti: Marco Cucuzza e il prestito che cambia la vita

Marco Cucuzza, 29 anni, architetto e ingegnere laureato al Politecnico di Milano, racconta di aver ottenuto un prestito d’onore da 15 000 €, che gli ha permesso di partecipare a viaggi studio che altrimenti non avrebbe potuto affrontare. Ricorda:
«Quasi non ci credevo quando ho visto quei soldi sul mio conto corrente… Con quei 15.000 € ho partecipato ai viaggi studio… e così ho dato un’accelerata alla mia carriera futura».

Marco ha restituito la somma in otto anni, con rate di circa 200 € al mese, su uno stipendio iniziale poco superiore ai 1 000 €. Una condizione che, ammette, non gli consente ancora di vivere da solo:
«Sono circa 200 euro al mese e su uno stipendio poco superiore ai 1.000… non resta molto per vivere a Milano».

Offerte bancarie: limiti e potenzialità

Secondo Skuola.net, in Italia alcuni istituti propongono prestiti d’onore fino a 75 000 €, con copertura delle spese di retta, alloggio, libri e persino stage o master, e talvolta prevedono un periodo di grazia prima del rimborso. Tra le banche attive, Intesa Sanpaolo segnala di aver erogato oltre 400 milioni di euro a quasi 30 000 studenti negli ultimi cinque anni, richiedendo solo la regolarità degli studi come garanzia.

UniCredit, invece, offre il prestito “Ad Honorem” attraverso convenzioni con specifici atenei (come Bocconi, Luiss, Politecnico, Università di Bologna, Johns Hopkins, MIB), con importi fino a 27 700 €, un periodo di grazia fino a 2 anni e un rimborso dilazionabile fino a 15 anni. Anche l’Insubria ha accordi con UniCredit per prestiti fino a 24 000 € (studenti in sede) o 30 000 € (fuori sede), senza garanzie patrimoniali e aprendo conto corrente a studenti meritevoli.

Opinioni dal web: tra speranze e incertezze

Le discussioni in rete riflettono una percezione ambivalente dello strumento. Uno studente racconta di aver ottenuto un prestito di Intesa Sanpaolo per un corso da 75 000 €, coprendo parte dei costi, ma lamenta la difficoltà di trovare ulteriori finanziamenti per completare il percorso.

Un altro utente, ammesso a un master estero da 25 000 € l’anno, valuta l’unica opzione percorribile:
«In Italia l’unico programma adeguato mi sembra essere Intesa per Merito, che fornisce fino a 50 k che andranno poi sostituiti a partire da due anni dopo la laurea».

E ancora, una frequente preoccupazione riguarda la restituzione:
«Essere in pari è un requisito essenziale per continuare ad ottenere il finanziamento» lamenta una studentessa di Medicina, parlando delle condizioni imposte da Intesa Sanpaolo. Molti utenti rimarcano che il prestito non è la soluzione migliore, preferendo strumenti come borse di studio o tasse universitarie basse, per evitare un indebitamento precoce.

Un’opportunità nella complessità

I prestiti d’onore in Italia stanno lentamente guadagnando terreno, ma restano una strada poco battuta rispetto ad altri Paesi. Milano è un esempio virtuoso, con numeri in crescita sia nelle certificazioni di merito che nelle domande effettive. Le storie personali mostrano chiaramente quanto possa fare la differenza un piccolo sostegno economico, specie nei primi passi della carriera. Tuttavia, emergono anche limiti evidenti: bassi stipendi per i neolaureati, condizioni stringenti per il rimborso, bisogno di informazione e orientamento più efficaci. Se ben strutturato, il prestito d’onore può essere una leva per l’autonomia educativa—ma serve equilibrio, cultura finanziaria e trasparenza per renderlo una vera opportunità e non un peso a lungo termine.

A cura di Veronica Aceti

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