La sfida dell’età e la consacrazione

alessio sakara ph ig
Nella serata del 25 ottobre 2025 a Roma, davanti a oltre 8.000 spettatori, Alessio Sakara ha scritto una pagina memorabile della storia delle arti marziali e del combattimento italiano. A 44 anni, l’atleta romano ha sconfitto l’americano Chris Camozzi al termine di un match serrato di cinque round, e ha conquistato il titolo mondiale nella categoria Cruiserweight della BKFC (Bare Knuckle Fighting Championship).
Con questa vittoria, Sakara non solo dimostra che il tempo può essere un alleato, ma che la determinazione, l’esperienza e la preparazione possono risultare vincenti anche quando le lancette segnano “quarant’anni e più”. L’immagine di un combattente che entra sul ring con il tricolore, in un’epoca in cui il ring è spesso dominio del giovanissimo, rimarrà impressa nella memoria degli appassionati.
Il contesto della carriera e la scelta della bare-knuckle
Alessio Sakara ha alle spalle una lunga carriera nelle arti marziali miste (MMA) e nella boxe tradizionale, ma la svolta è arrivata con la firma del contratto con la BKFC, promozione statunitense specializzata nei combattimenti a mani nude.
Nel suo recente incontro da titolo, combatteva per il suo Paese, come aveva dichiarato: “Combatterò per il titolo, voglio vincere per il mio Paese”.
Il match è stato molto combattuto e ha evidenziato lucidità, potenza e anima guerriera: elementi che non erano mai venuti meno nella sua carriera, ma che in questa serata sembravano rigenerati, proprio alla luce dell’età e dell’importanza dell’evento.
Il match e l’atmosfera

alessio sakara 25 ottobre ph ig
La scena è stata degna di un’epopea: il palazzetto gremito a Roma, la tensione palpabile, i tifosi in piedi e la presenza di ospiti di rilievo. Durante l’evento la leggenda del combattimento Conor McGregor, co-owner della BKFC, ha dichiarato: “Questo è stato il combattimento più incredibile che io abbia visto in tutta la mia vita, un uomo di 44 anni è riuscito a incoronarsi campione del mondo nella sua città, davanti alla sua gente.”
L’esito è arrivato con decisione divisa (“split decision”), segno che la battaglia è stata davvero equilibrata e feroce. Sakara ha saputo imporre il proprio ritmo, non arretrare, restare con la testa fredda nei momenti di pressione e sfruttare l’energia del pubblico come propulsore.
Riflessioni e impatto per lo sport italiano
La vittoria di Sakara assume più significati: è una vittoria personale della perseveranza; è un segnale forte per il combattimento italiano, che spesso fatica a emergere sui grandi palcoscenici internazionali; ed è un monito per le nuove generazioni che l’età non deve essere barriera, se la volontà e la disciplina restano al centro.
In un tempo in cui molti atleti abbandonano la scena agonistica molto prima dei 40 anni, l’impresa di Sakara rilancia l’idea che la forma, la mente e il contesto giusto possono fare la differenza. Il suo tricolore sul ring è diventato simbolo di un riscatto, di un «ritorno» che non è solo fisico, ma soprattutto emotivo e narrativo.
Per l’Italia dello sport — e in particolare degli sport da combattimento — questo titolo rappresenta un’occasione per riflettere sul valore dell’esperienza e della lunga preparazione, ma anche sulla necessità di creare contesti che valorizzino gli atleti “maturi”, spesso ignorati nella ricerca di novità ultragiovanili.
Conclusione
L’impresa di Alessio Sakara a 44 anni nel conquistare il titolo mondiale in un match di bare-knuckle è tanto più significativa quanto più simbolica. Non è solo il trionfo di un atleta, ma è la celebrazione di una carriera, di una scelta e di una resistenza al ciclo “usa e getta” dello sport moderno.
Come ha dimostrato sul ring, l’età può essere un valore, non un limite. E per chi guarda oltre le luci del momentaneo, questa vittoria ha un eco che va ben oltre la cintura conquistata: è una storia che parla di passione, resilienza e orgoglio italiano.
A cura di Nina
Leggi anche: Il diabete: il nemico invisibile del terzo millennio
Seguici su Instagram e Facebook!