Home Daynews24Labubu Mania: il lato oscuro del collezionismo

Labubu Mania: il lato oscuro del collezionismo

Labubu Mania: oltre 10mila falsi sequestrati a Palermo. Ecco come il collezionismo è diventato un affare da capogiro

by Davide Cannata
labubu 153005 822x462

La febbre dei Labubu non si placa. Piccoli, misteriosi, coloratissimi: le creature nate dall’immaginazione del designer di Hong Kong Kasing Lung continuano a popolare scaffali, bacheche e feed social di mezzo mondo. In Italia, la passione per queste figure da collezione ha ormai assunto i contorni di una vera e propria mania, con file davanti ai negozi specializzati e aste online che raggiungono cifre da capogiro. Ma dove c’è domanda, c’è anche chi fiuta l’affare, e così la Guardia di Finanza di Palermo ha scoperto il lato oscuro del fenomeno: oltre diecimila Labubu contraffatti pronti a invadere il mercato.

Il maxi sequestro a Palermo

I controlli, partiti da una segnalazione arrivata tramite social, hanno portato alla denuncia di sette commercianti, accusati di aver venduto o detenuto per la vendita modelli falsi. A prima vista, raccontano gli investigatori, sembravano autentici: scatole sigillate, loghi perfetti, colori identici agli originali. Solo un occhio esperto — e un laboratorio chimico — ha rivelato la verità. I materiali, pur riproducendo fedelmente l’estetica Pop Mart, risultavano più scadenti, meno resistenti e in alcuni casi potenzialmente tossici.

Il sequestro ha scosso la community dei collezionisti, già in fibrillazione per la difficoltà nel reperire alcuni pezzi “chase” — le rarissime versioni nascoste nelle blind box — che sul mercato secondario possono raggiungere anche i mille euro. C’è chi giura di aver riconosciuto tra i falsi una copia del famigerato “Labubu Forest Sprite”, uno dei modelli più ambiti e difficili da trovare, mai ufficialmente distribuito in Italia ma oggetto di una caccia globale tra collezionisti.

Collezionismo o investimento?

Dietro l’operazione della Finanza si nasconde anche quel fenomeno di un collezionismo ibrido, dove il confine tra arte, gioco e investimento si fa sempre più sottile. I Labubu, nati come figure da designer toy, sono ormai diventati oggetti di culto, status symbol per una generazione cresciuta tra nostalgia e cultura pop. Sui social, influencer e appassionati documentano ogni “unboxing” con la stessa devozione riservata alle sneaker o agli orologi di lusso, alimentando una bolla speculativa che attira non solo fan, ma anche truffatori.

Il rischio della contraffazione

Le indagini, fanno sapere fonti vicine al caso, non si fermeranno qui: si sospetta che dietro ai negozi palermitani ci sia una rete più ampia di importatori che si riforniscono da piattaforme asiatiche, spesso legate a circuiti di contraffazione organizzata. Alcuni collezionisti, intanto, confessano di aver acquistato “alla cieca” da venditori online senza sapere di aver tra le mani una copia.

Quanto siamo disposti a spendere — e a rischiare — per possedere un piccolo mostriciattolo dai denti aguzzi? La Labubu mania sembra destinata a durare ancora, anche se, dopo questa vicenda, molti guarderanno con sospetto la prossima blind box. Perché, dietro l’emozione di scoprire quale creatura si nasconde sotto la pellicola lucida, ora c’è anche il dubbio: sarà autentica o l’ennesimo falso perfetto?

A cura di Dario Lessa

Leggi anche: Il giro del mondo a piedi, l’incredibile storia di Pieroad

Seguici su: Instagram e Facebook.

error: Il contenuto è protetto!!