Home Daynews24Inchiesta delicata tra tecnologia, controllo illecito e tutela delle vittime

Inchiesta delicata tra tecnologia, controllo illecito e tutela delle vittime

Una segnalazione domestica ha fatto emergere un quadro investigativo complesso, con il recupero di dati nascosti, l’individuazione di accessi abusivi a sistemi privati e l’intervento immediato delle forze dell’ordine, mentre la magistratura continua le verifiche nel rispetto della presunzione di innocenza.

by Nora Taylor
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Nel pieno rispetto dei diritti delle persone coinvolte e della presunzione di innocenza, allo stato degli accertamenti e in attesa delle valutazioni giudiziarie definitive, le autorità riferiscono quanto segue senza omettere alcun elemento rilevante.

“Gli investigatori hanno ricostruito i fatti partendo da una segnalazione ritenuta di estrema gravità”.

La segnalazione iniziale e l’intervento immediato

Durante il mese di settembre, una donna residente nella provincia di Udine si è rivolta ai Carabinieri dopo aver notato, sul telefono cellulare del compagno convivente, fotografie che ritraevano le proprie figlie in condizioni di nudità. La donna ha scelto di agire tempestivamente, consentendo l’avvio rapido degli approfondimenti.
La comunicazione ha attivato subito l’azione dei militari della Sezione Cyber del Nucleo Investigativo di Trieste, che hanno condotto verifiche tecniche dettagliate e continuative.

Il tentativo di distruzione e il recupero dei contenuti

L’uomo ha cercato di eliminare le prove distruggendo il proprio smartphone in più parti prima dell’arrivo delle pattuglie. Gli specialisti dell’Arma, tuttavia, hanno ricostruito il dispositivo e recuperato l’intero patrimonio digitale.
Le analisi informatiche hanno evidenziato numerose immagini archiviate con ordine e metodo, tutte riconducibili alle minori, con una catalogazione precisa e sistematica.

Le perquisizioni e gli accessi non autorizzati

Sulla base degli elementi raccolti, l’Autorità Giudiziaria ha disposto una perquisizione nell’abitazione dell’indagato con l’obiettivo di individuare ulteriori strumenti elettronici utili alle indagini. I Carabinieri hanno sequestrato un altro telefono cellulare, diversi hard disk e vari supporti informatici.
Nel corso degli accertamenti, gli investigatori hanno scoperto che l’uomo, elettricista e installatore di impianti di videosorveglianza, utilizzava applicazioni capaci di garantire l’accesso remoto e non autorizzato ai sistemi installati presso le abitazioni dei clienti, permettendogli di osservare e scaricare immagini in tempo reale senza consenso.

Arresto, nuove scoperte e misure cautelari

Le vittime, informate con rapidità, hanno presentato denuncia. I militari hanno quindi proceduto all’arresto in flagranza per il reato di interferenze illecite nella vita privata (art. 615-bis c.p.).
L’ulteriore esame del materiale sequestrato ha portato alla scoperta di un archivio contenente fotografie delle figlie della convivente, anche minorenni, suddivise per anno e nominativo. Le immagini provenivano da microtelecamere nascoste all’interno dell’abitazione, in particolare nel bagno, e documentavano momenti della vita quotidiana.
Considerata la gravità del quadro probatorio, l’Autorità Giudiziaria ha disposto l’allontanamento dalla casa familiare per detenzione di materiale pedopornografico, misura eseguita dai Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Trieste.

Le indagini continuano per chiarire eventuali ulteriori responsabilità e per verificare il possibile coinvolgimento di altre vittime. Il procedimento penale resta nella fase delle indagini preliminari e la magistratura valuterà la responsabilità effettiva nel corso del processo. Le autorità non diffondono le generalità dell’indagato né elementi utili alla sua identificazione.

A cura di Nora Taylor
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