Home Daynews24La famiglia e la storia secondo Maria Paola Guarino

La famiglia e la storia secondo Maria Paola Guarino

Un viaggio intenso tra ricordi familiari, storia dell’Isola d’Elba e vicende italiane, che unisce emozione e memoria in un libro autobiografico unico

by Nora Taylor
maria paola guarino ph ig

Maria Paola Guarino, lei torna in libreria dopo due anni dal suo ultimo successo. Come vive questa nuova esperienza?

Vivo questa nuova esperienza in modo molto personale e quindi anche emotivo.
Il libro tratta di persone della mia famiglia, e nel periodo immediatamente successivo alla pubblicazione temevo i giudizi di chi poteva, indirettamente, sentirsi oggetto dei miei racconti, ma temevo anche il giudizio del lettore che poteva vedermi attraverso la lente d’ingrandimento dei miei familiari.

Il libro non è propriamente autobiografico, ma parla in pratica della sua famiglia. Perché ha sentito l’esigenza di scriverlo?

Le persone che per tanti anni ci sono state vicine, e poi irrimediabilmente si allontanano, lasciano in noi il desiderio di non lasciarle andare e allora vorremmo recuperare i loro pensieri, le loro ambizioni, i loro sogni…
Poiché potevo ancora confrontarmi con l’ottima intelligenza e la notevole memoria di una zia 90 enne, le ho chiesto di ricordare…
L’idea di scrivere il libro è nata quando ho scoperto che Rocco Palombo, mio nonno, non era solo un capofamiglia eccellente, ma anche un eroe. Un eroe di guerra e nella vita civile. Ho desiderato quindi che le sue importanti azioni fossero conosciute.

Nella stesura dei testi, nei racconti che ha inserito nell’opera, ha compreso qualcosa della sua famiglia che prima non sapeva?

Moltissime sono state le vicende che non conoscevo, ad iniziare dal fatto che mio nonno con il suo MAS era entrato per primo nella Trieste liberata, che il suo ruolo era stato fondamentale per la ricostruzione dei collegamenti tra le isole dell’Arcipelago Toscano e Piombino dopo la Seconda guerra mondiale; non sapevo quanto il canto e la musica fossero state importanti nella vita della mia famiglia, il profondo amore e soprattutto il rispetto che c’era sempre stato tra genitori e figli.

La scelta del titolo, “A quattro anni su un bastimento”, ce lo può spiegare?

La scelta del titolo si evince facilmente dalla “quarta di copertina” in cui si narra che Rocco Palombo iniziò la sua vita sul mare, fin da quando aveva quattro anni, e suo padre, notando il carattere già piuttosto deciso del bambino, pensò di farlo imbarcare fino all’età della scuola, su uno dei suoi due bastimenti.

La figura di suo nonno risulta molto patriarcale, molto rigida. In linea con l’atteggiamento maschile di quell’epoca. Come lo vedrebbe nel mondo di oggi?

Devo dire che anche quando ero quindicenne, e frequentavo spesso mio nonno, la sua rigidità morale non la trovavo spiacevole. Era un uomo talmente rispettoso e mai eccessivo, con il quale potevo parlare, magari non era d’accordo con me, ma si rendeva conto dei tempi che cambiavano.
Non accettava certe mie scelte, come indossare jeans stretti, ma pur sconsolato, mi permetteva di uscire con lui indossandoli. Io, d’altra parte, avevo per lui un grande amore ed una stima incondizionata, e quindi cercavo, per quanto possibile, di seguire i suoi insegnamenti.

Perché è importante leggere “A quattro anni su un bastimento”?

Penso che leggendo questo libro non ci si limiti solo a conoscere la micro-storia di una importante famiglia elbana, ma che le vicende narrate contribuiscano a conoscere meglio la storia italiana ed elbana in particolare.
I racconti familiari sono continuamente intrecciati con le problematiche economiche elbane ed il linguaggio usato è corale: talvolta appare ironico e divertito (da parte della 90enne che racconta), ma è anche poetico (quando parla un’artista), è composto e formale (quando parla il Comandante), formale e accessibile (quando l’autrice racconta fatti storici).

A chi lo ha dedicato?

Il testo è dedicato a Ginetta, l’artista della famiglia, che si è trovata a vivere in un mondo disarmonico rispetto a lei. Era un soprano, una pittrice, una pianista. Il suo animo era lontano da ogni pragmatismo ed era dominato da sogni, come lei stessa diceva, irrealizzabili. Viveva in una società che non comprendeva, da cui non era capita. Era ricca di coraggio esistenziale, la sua forza nasceva dalla coscienza della sua fragilità.

A cura di Andrea Iannuzzi
Leggi anche: Il diabete: il nemico invisibile del terzo millennio
Seguici su Instagram e Facebook!

error: Il contenuto è protetto!!