Un’indagine su larga scala ha rivelato un traffico di droga e telefoni cellulari dentro le carceri italiane, coinvolgendo numerosi soggetti. All’alba, oltre duecento Carabinieri del Comando Provinciale di Torino, in collaborazione con il Nucleo Investigativo Regionale della Polizia Penitenziaria, hanno dato il via a una massiccia operazione su ordine della Procura di Torino.
Blitz in otto province: perquisizioni e sequestri
Le forze dell’ordine hanno eseguito 64 decreti di perquisizione nelle province di Torino, Alessandria, Biella, Vercelli, Cuneo, Sassari, Savona, Imperia e Modena, smascherando un’organizzazione che gestiva il traffico di droga all’interno degli istituti penitenziari. L’operazione ha coinvolto oltre cento indagati, evidenziando una rete capillare che garantiva l’introduzione clandestina di telefoni cellulari e sostanze stupefacenti.
Telefoni in cella per gestire lo spaccio
Gli investigatori hanno ricostruito i metodi utilizzati per far entrare i dispositivi nei penitenziari. Nel carcere Lorusso e Cutugno di Torino, i detenuti ricevevano cellulari attraverso le visite dei familiari o sfruttando permessi di uscita. Gli apparecchi non servivano solo per contattare i propri cari, ma anche per dirigere il traffico di droga. I pagamenti avvenivano tramite carte prepagate, garantendo transazioni sicure e difficilmente tracciabili.
La rete di spaccio dentro e fuori le mura carcerarie
Le indagini hanno permesso di svelare una struttura ben collaudata, con complicità esterne che favorivano l’ingresso delle sostanze proibite. Grazie a intercettazioni e pedinamenti, gli inquirenti hanno individuato diversi canali di approvvigionamento e distribuzione. Il lavoro degli investigatori ha portato a numerosi sequestri, rafforzando il quadro probatorio contro gli indagati.
Il personale penitenziario collabora con le autorità
Secondo la Procura di Torino, nessun agente di polizia penitenziaria risulta coinvolto nel traffico illecito. Al contrario, il personale ha fornito un contributo determinante per far luce sull’organizzazione criminale, supportando le indagini in ogni fase dell’operazione.
Il Dap chiede misure più rigide per la sicurezza
Il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (Dap) ha ribadito l’impegno nel contrastare simili attività illecite. L’istituzione ha sottolineato la necessità di aumentare i controlli e migliorare i sistemi di sicurezza, per impedire l’introduzione di telefoni e sostanze stupefacenti nelle strutture detentive.
Un fenomeno radicato che richiede interventi immediati
L’inchiesta ha riportato l’attenzione sulla problematica dell’uso di cellulari nelle carceri e sullo spaccio di droga tra i detenuti. Episodi simili non rappresentano una novità, ma l’ampiezza dell’operazione odierna dimostra quanto il fenomeno sia diffuso. Le autorità restano vigili, mentre l’indagine potrebbe portare a nuove rivelazioni e ulteriori sviluppi nelle prossime settimane.